lunedì 7 gennaio 2013

Lezioni di passo a due


con Vittorio Mazzoni.

4 e 5 gennaio 2013, due date che si sono stampate sul cuore. A fuoco! Violente come le mie passioni.

Se nella maggior parte dei casi non bastano sveglie, calendari segnati, post it, anelli nell'altra mano e qualunque altra stramberia mnemotecnica,  ci sono volte in cui devi prendere un acido e strofinare così forte che se non corrodi anche un pò di superficie, il segno non viene più via. Perchè l'emozione vera sarà forse analfabeta, ma ti lascia la sua enigmatica firma ad "X" con una punta di ferro rovente.

Allora per smacchiare dal peccato ti strofini via quel pezzo di cuore. E mentre lo fai furbescamente ti rivivi il tuo film ancora una volta, come cenerentola tornata dal ballo. Ma devi farlo, perchè prima o poi tornerai nel mondo dei vivi morenti. 
Aspetti aspetti aspetti e ZAC, strappi via! Ci provi.

E' stato bello perchè la punta cedeva, il muscolo tremava, il piede sanguinava, ma era gioia di vivere. 
Era vita piena, di quella pienezza che coi tuoi compagni di viaggio, puoi ridere anche della morte. Perchè finchè c'eri tu non c'era lei. 
Perchè quando la paura ha provato a riportarti giù dal volo con i battiti a mille e la pressione al livello del parquet, un meraviglioso maestro pieno di sole del Sud ha detto: "State al di sopra di voi, non subite il vostro corpo, ma decidete voi dove andare!"

E allora i noduli si riassorbono, le cataratte si fanno da parte e puoi fissare l'orizzonte assolato senza più un occhio strizzato; fiero come un ammiraglio sulla prua della sua nave.

Perchè sei eternamente giovane, forte come un leone, leggero come un'aquila nel vento.

Lo sei infinitamente qui e adesso. Non è possibile pensare oltre.

Giovane come al più delle volte sei solo sulla carta d'identità.

L'eternità che si sviluppa in altezza e non in lunghezza sull'asse temporale, consolatoria leggenda per rimandare la vita oltre i nostri giorni.

Un giro non riuscito, un'aspettativa delusa, un nuovo trampolino e un salto nel blu.

Gioia di vivere su punte di gesso e raso color porcello. Ne vale la pena. Più che del porcello, di vivere.

Perchè quando ci sei tu non c'è lei.

Si Epicuro, lo so; quando lo dicesti tu più di 2000 anni fa ti presero per pazzo. E confesso, l'audacia che serve per lanciarmi nella tua medicina alternativa, io non l'ho avuta mai. Per far come dici tu, bisogna essere pazzi, meravigliosamente pazzi o semplicemente essere al contrario di questa moltitudine di malati che si credono normali. Questa moltitudine nella quale spesso inciampo. 
Per far come dici tu, bisognerebbe sempre "danzare"; e come dice un mio caro amico, condividere con buoni compagni di viaggio.

Se vivi danzando le paure non fan più poi così tanta paura. Perchè se ci sei tu, non ci sono loro. Attimo per attimo, omaggiando la vita, omaggiando te stesso.

Perchè la mia pancia sta ridendo mentre una mano mi prende e mi fa volare, col mare di Cretarossa dietro ai vetri assolati. Tutto il resto aspetterà.

Lo so che mi aspetterà.

Nessun commento:

Posta un commento